In un comunicato, l'ASAE spiega che le autorità non hanno trovato alcuna registrazione dell'operatore in questione presso la Direzione Generale degli Alimenti e dei Medicinali Veterinari(DGAV), "né aveva documenti che consentissero la tracciabilità del prodotto esistente (polpo), condizioni obbligatorie per l'esercizio dell'attività e lo svolgimento del commercio intracomunitario".
Le 8,5 tonnellate di polpo, sia fresco che congelato, sono state sottoposte a esame macroscopico diretto.
Il veterinario "ha ritenuto che delle 8,5 tonnellate di polpo fresco e congelato sequestrate, 6,5 tonnellate non avessero subito alterazioni organolettiche e avessero i requisiti sanitari necessari per il consumo umano, determinandone la donazione al Banco Alimentar Contra Fome de Faro, per il consumo immediato".
Le restanti 1,5 tonnellate di polpo sequestrato non hanno superato i test richiesti e le autorità hanno provveduto "alla sua distruzione in un'unità di trasformazione dei sottoprodotti legalmente approvata".