Questa decisione del Ministro della Cultura, Pedro Adão e Silva, annulla la misura adottata dal suo predecessore, Graça Fonseca, durante la crisi pandemica, di aumentare la quota al 30%.
Interpellato in merito, l'ufficio del Ministro della Cultura ha dichiarato a Lusa che "il cambiamento della soglia minima della quota dal 25% al 30% è avvenuto in un contesto molto specifico di pandemia".
"Passato questo periodo, resta in vigore la quota minima del 25% di musica portoghese nelle radio nazionali, una misura che si è dimostrata molto importante fin dalla sua creazione, tanto che oggi, nella maggior parte delle radio, l'uso della musica portoghese tende a superare, per scelta editoriale, il valore della quota", ha aggiunto.
Lanciata all'inizio del mese da Rogério Charraz e José Fialho Gouveia, la petizione ha superato le 2.200 firme, tra cui diversi nomi importanti della scena musicale nazionale.
Fernando Tordo, Luísa Sobral, Rui Veloso, Dino D'Santiago, Teresa Salgueiro, Júlio Resende, Manuel Paulo, Cristina Branco, Luís Represas, Marco Rodrigues, Luís Trigacheiro, Selma Uamusse e Ricardo Ribeiro sono alcuni dei musicisti che chiedono un aumento delle quote minime obbligatorie della musica portoghese, "come segno di riconoscimento del lavoro dei musicisti portoghesi che hanno dato tanto al Paese".
Nel testo della petizione, ricordano anche che la legge sulla radio, in vigore dal 2006, consente quote fino al 40% per i canali generalisti.
Il documento arriva dopo che gli artisti sono venuti a conoscenza del mancato rinnovo dell'ordinanza che aumentava la quota minima obbligatoria di musica portoghese nelle radio dal 25% al 30%, riportata dal Jornal de Notícias alla fine di febbraio, con la giustificazione che "superata l'emergenza pandemia, gli artisti portoghesi non sono più privati di tenere concerti e, quindi, la sostanziale perdita di reddito che hanno subito ha cessato di essere verificata".