Questa misura è inclusa nel "piano strategico per la migrazione in Portogallo" presentato dal presidente del Chega, André Ventura, nella sede del partito a Lisbona.
Ventura ha difeso il fatto che il sostegno sociale per gli immigrati "può essere richiesto e concesso solo dopo un minimo di cinque anni di contributi da parte di questi immigrati nel territorio portoghese".
"La sicurezza sociale ha senso per sostenere chi ne ha bisogno, ma richiede anche che chi ne ha bisogno abbia contribuito a un servizio che non è suo, a un sistema che i contribuenti portoghesi hanno pagato nel corso degli anni", ha sostenuto.
Bilancio positivo
Nel 2022, secondo il rapporto annuale dell'Osservatorio sulle migrazioni (OM) pubblicato a dicembre dello scorso anno, gli immigrati sono stati responsabili di un saldo positivo di 1604,2 milioni di euro nella Sicurezza sociale.
Secondo il testo, intitolato "Indicatori di integrazione degli immigrati, relazione statistica annuale 2023", il rapporto tra i contributi degli stranieri e le loro controparti nel sistema di previdenza sociale portoghese, cioè le prestazioni sociali di cui alcuni beneficiano, negli anni di riferimento di questa relazione, "continua a produrre un saldo finanziario molto positivo".
Interrogato su questi dati, Ventura ha risposto che questo obbligo "non mette in discussione i contributi alla Sicurezza sociale" degli immigrati, che continuerebbero a contribuire per cinque anni senza però poter accedere ad alcun sostegno.
Riguardo al fatto che i portoghesi non hanno contribuito alla Sicurezza sociale per cinque anni fino a quando non hanno potuto accedere al sostegno, Ventura ha risposto: "Lo so, ma questo Paese è ancora nostro e ci appartiene".
Il partito, che propone quote annuali per l'ingresso di stranieri in Portogallo basate "sulle qualifiche degli immigrati e sulle esigenze dell'economia portoghese", vuole che venga effettuata una "diagnosi dei settori che hanno più bisogno di manodopera in Portogallo, così come l'analisi dei rischi dell'immigrazione non integrata".
La revoca dell'accordo di mobilità CPLP, la creazione del reato di "residenza illegale sul suolo portoghese" o l'inversione della fine del Servizio stranieri e frontiere(SEF) sono altre misure.
Per André Ventura, "il Portogallo ha il dovere di accogliere, ma deve accogliere con regole e controlli".