Secondo l'Indice di uguaglianza di genere 2024, realizzato sotto la responsabilità dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE), il Portogallo ha ottenuto un punteggio di 68,6 su 100, 1,2 punti in più rispetto all'anno scorso, "che rappresenta l'ottavo miglioramento più importante tra gli Stati membri".

Con questo 15° posto, il Portogallo si trova quattro posizioni e 2,4 punti al di sotto della media europea, afferma l'EIGE, che attribuisce questi recenti progressi a "miglioramenti nelle aree del potere (3,9 punti) e della conoscenza (un punto)".

L'indice 2024 utilizza per la maggior parte i dati del 2022 e traccia i progressi in una prospettiva sia a breve termine (2021-2022) che a lungo termine (2010-2022).

Per quanto riguarda gli sviluppi dal 2010, l'Istituto europeo sottolinea che "il punteggio del Portogallo è aumentato in modo significativo, di 14,9 punti, soprattutto grazie ai miglioramenti nei domini del tempo (29,1 punti) e del potere (26,4 punti)".

Secondo l'indice 2024, la migliore performance del Portogallo è nell'area della condivisione del tempo tra uomini e donne, in cui ottiene 67,8 punti e si colloca all'11° posto tra i 27 Paesi dell'Unione europea.

"Dal 2016, il punteggio del Portogallo in questo ambito è aumentato di 20,3 punti, il che ha comportato un incremento di 13 posizioni nella classifica", si legge nel rapporto.

Per quanto riguarda la categoria delle posizioni di potere, "il Portogallo ha registrato miglioramenti significativi" dal 2021, con l'EIGE che spiega che "il principale motore di questo cambiamento è stato un aumento di 11,7 punti nel sottodominio del potere economico", oltre al miglioramento del livello di potere politico.

D'altra parte, la posizione più bassa è nella categoria della salute, in cui si colloca al 23° posto, e dove "i progressi sono rimasti stagnanti dal 2010 (+0,3 punti), il che ha comportato un calo nella classifica dal 20° posto".

L'EIGE sottolinea inoltre che tra il 2021 e il 2022 il tasso di rischio di povertà è diminuito sia per le donne che per gli uomini.

Inoltre, afferma che dal 2016 la percentuale di donne che si occupano di figli, nipoti o persone con disabilità è aumentata di sei punti percentuali, raggiungendo il 43% nel 2022.

Il documento evidenzia anche che gli abusi contro i giornalisti sono comuni, ma con differenze di genere, poiché, in base a uno studio nazionale, gli uomini vengono criticati soprattutto per le loro capacità professionali, mentre gli abusi subiti dalle donne sono "normalmente più crudeli, più personali e spesso di natura sessuale".