Intitolato "Una nuova normalità? Impacts and lessons from two years of pandemic in Portugal", lo studio - coordinato dai ricercatori Nuno Monteiro e Carlos Jalali - si propone di "registrare ciò che è accaduto" durante la pandemia di Covid-19 e di "trarre insegnamenti" per preparare meglio "crisi e pandemie future".
Nel quinto capitolo dello studio - "Democracy in times of a pandemic: impact of the covid-19 pandemic on the Portuguese political system" -, si evidenzia che "i livelli di soddisfazione dei portoghesi rispetto al funzionamento della democrazia (...) sono diminuiti notevolmente durante la pandemia".
Secondo lo studio, "tra i Paesi analizzati, solo altri tre - Malta, Slovenia e Austria - mostrano un calo equivalente o superiore a quello registrato dal Portogallo".
Tuttavia, lo studio sottolinea che l'atteggiamento dei cittadini nei confronti della democrazia come forma di governo non sembra essere stato scosso dalla pandemia, con un sostegno portoghese alla democrazia ancora largamente prevalente (superiore al 90%), se confrontato con altri Paesi.
Fiducia nel governo
Per quanto riguarda i livelli di fiducia nel governo, "c'è stato solo un leggero calo durante la pandemia (2020-2021)", contrariamente alla "tendenza prevalente nella maggior parte dei Paesi europei", in cui questa fiducia è stata rafforzata.
D'altra parte, il sostegno a un "Governo di esperti" è aumentato significativamente con l'esperienza della pandemia: se nel 2017 il 59% era favorevole a questo tipo di esecutivo, nel 2021 la percentuale è salita al 69%.
Tuttavia, la prospettiva di un governo con un leader forte, "poco preoccupato del controllo da parte del parlamento o della supervisione del suo operato attraverso le elezioni", è diminuita nello stesso periodo, passando dal 50% nel 2017 al 42% nel 2021.
Indicando anche che, in contesti di crisi, i fenomeni euroscettici e populisti tendono ad essere "spesso amplificati", lo studio sottolinea, tuttavia, che ciò non è accaduto in Portogallo.