Questo progetto di legge del PCP era già stato presentato, secondo le stesse linee generali, nella scorsa sessione legislativa - ma prima dell'entrata in vigore dell'"IVA zero" - ed era stato generalmente respinto nel gennaio di quest'anno con i voti contrari di PS, PSD, Chega e IL, e i voti favorevoli di PCP, BE, PAN e Livre.
Nella motivazione di questo diploma, il partito ritiene che "nonostante l'applicazione della misura 'Zero IVA', la verità è che molti prezzi [dei prodotti alimentari] hanno continuato ad aumentare", accusando la grande distribuzione di "approfittare opportunisticamente degli impatti della guerra e delle sanzioni per aumentare il proprio margine di profitto".
"In un momento in cui i lavoratori e il popolo continuano a perdere potere d'acquisto, questi profitti colossali, nello stesso momento in cui i prezzi continuano ad aumentare, dimostrano chiaramente la necessità di intervenire per difendere l'interesse pubblico, in particolare nell'accesso ai beni essenziali".
In questo contesto, il PCP propone "la creazione di un regime di prezzi massimi, da applicare a un paniere di alimenti essenziali, che definisca un prezzo di riferimento per ciascuno dei prodotti, basato sui costi reali e su un margine non speculativo, vietando la vendita a un prezzo superiore senza una ragionevole giustificazione".