In un intervento che ha segnato la fine della protesta promossa dalla centrale sindacale, che ha riunito più di 2.000 persone in una marcia partita da Cais do Sodré verso Praça dos Restauradores, a Lisbona, Tiago Oliveira ha chiesto anche la fine della precarietà, la riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore e la fine della deregolamentazione degli orari, come le banche del tempo e le adattabilità.

Nel discorso di dieci pagine, il segretario generale della CGTP ha chiesto anche il ripristino del diritto alla contrattazione collettiva, con la revoca della sua scadenza, così come investimenti nei servizi pubblici, nelle funzioni sociali dello Stato, nel Servizio Sanitario Nazionale, nelle politiche pubbliche scolastiche, nella Sicurezza Sociale, nella giustizia e nella valorizzazione dei lavoratori.

Per quanto riguarda il Bilancio dello Stato (OE) per il 2025, Tiago Oliveira ha affermato che la sua approvazione il 29 di questo mese significherà "un vero e proprio attacco alle conquiste di aprile e un profondo arretramento dei diritti dei lavoratori".

"Intensificheremo le azioni di protesta e la lotta, nelle aziende e nelle strade, in opposizione alla politica contenuta nell'OE e a quella che ne deriverà". E il 29 novembre, giorno del voto dell'OE, prenderemo posizione, continuando a dare forza ai problemi della maggioranza, che sono i lavoratori e il popolo", ha dichiarato Tiago Oliveira.

All'inizio della manifestazione a Lisbona, il leader della centrale sindacale ha lamentato che il Governo non capisce la difficoltà della stragrande maggioranza della popolazione ad arrivare alla fine del mese e a dover scegliere tra pagare la casa o mettere il cibo in tavola.

"La questione fondamentale è che 850 mila lavoratori, in particolare in relazione al salario minimo nazionale, non guadagnano 820 euro, ma 730 euro. Sarebbe bene che il Governo spiegasse a questi portoghesi che differenza fanno 50 euro nelle loro condizioni di vita", ha sottolineato.

Nella lista delle richieste, la CGTP chiede un aumento salariale di almeno il 15%, di almeno 150 euro per tutti i lavoratori a partire da gennaio del prossimo anno, nonché un aumento del salario minimo nazionale dagli attuali 820 euro a 1.000 euro.

Si noti che l'accordo firmato nell'ambito della Concertazione sociale tra l'UGT, le quattro confederazioni imprenditoriali e il Governo, prevede che il salario minimo nazionale salga a 870 euro nel 2025. La CGTP è stata esclusa dall'accordo.