Questa è una delle conclusioni della ricerca dell'Associazione Industriale Portoghese - Camera di Commercio e Industria (AIP-CCI), condivisa da ECO.
Nell'accordo sui salari e la crescita economica firmato a ottobre in occasione della Concertazione sociale dal Governo, dalle quattro confederazioni imprenditoriali e dall'UGT, è previsto che il salario minimo nazionale aumenti di 50 euro in ogni anno dell'attuale legislatura, fino a raggiungere i 1.020 euro nel 2028.
Ora, di fronte a questa traiettoria, più della metà delle aziende ritiene che "sia sopportabile", secondo il nuovo sondaggio pubblicato questo lunedì. "Per quanto riguarda il valore di 1020 euro al mese previsto fino alla fine dell'attuale legislatura, il 56% ritiene che sia sopportabile dal conto operativo delle aziende, anche se il 95% delle aziende ritiene di non essere a conoscenza di alcuno studio che avvalori la sopportabilità del proprio settore di attività", si legge nella nota inviata alle redazioni.
Tra l'altro, circa il 65% delle aziende intervistate ritiene che la fissazione annuale del salario minimo debba dipendere dall'andamento della produttività.
D'altra parte, va notato che la stragrande maggioranza delle aziende (83%) è d'accordo con l'esistenza del salario minimo nazionale, ma il 65% ritiene che non debba essere utilizzato come strumento per la ridistribuzione della ricchezza.
Al contrario, tra le aziende che ritengono che il salario minimo nazionale debba essere uno strumento a tal fine, il 45% ritiene che debba essere la società a sostenerlo, attraverso imposte negative sui redditi più bassi, mentre il 55% di queste aziende sostiene che debba essere sostenuto dai costi operativi delle aziende.