Intervenendo a una tavola rotonda intitolata "Sfide per l'integrazione della comunità pakistana in Portogallo", Gazanfar Javid ha difeso la necessità di rafforzare l'integrazione dei suoi connazionali nel Paese, proponendo la costruzione di una sede della comunità e una maggiore attenzione all'insegnamento del portoghese.

"Dobbiamo sforzarci di parlare portoghese e di far parte della società portoghese", per contrastare "la tendenza dei pakistani a lasciare il Paese", ha detto Gazanfar Javid.

"La nostra gente non rimane in Portogallo a causa dei bassi salari" e "solo una minoranza finisce per rimanere a causa dei legami che si creano", ha spiegato.

La maggioranza, "dopo aver ottenuto la cittadinanza portoghese, preferisce andare in Paesi come la Spagna, la Germania o il Regno Unito", perché "gli stipendi sono più alti", anche se "ci sono più problemi di integrazione" in questi Paesi.

In Portogallo, "i pakistani preferiscono avere piccole imprese" mentre "aspettano di avere la nazionalità" che permette loro di viaggiare e lavorare in Europa.

Presente al dibattito, organizzato dall'Osservatorio del mondo islamico, Serfraz Francis, un altro leader dell'associazione, ha appoggiato l'osservazione, ritenendo che "il Portogallo sia solo un punto di transito" nel suo processo migratorio.

Per Gazanfar Javid, invece, i pakistani che si trovano in Portogallo devono "fare lo sforzo di integrarsi, far frequentare ai loro figli le scuole portoghesi", in modo che "il desiderio di emigrare non sia così grande".

Secondo il rapporto 2023 su migrazione e asilo, pubblicato nel 2024, le autorità portoghesi hanno registrato 17.148 pakistani in Portogallo, con 6.869 permessi di soggiorno concessi quest'anno.

Le autorità pakistane stimano che ci siano 30.000 cittadini pakistani in Portogallo, molti dei quali sono ancora in attesa di regolarizzazione.