L'Amministrazione fiscale giustifica il rinvio con "modifiche sostanziali" come l'imposizione dichiarativa di "redditi soggetti ad aliquote liberatorie". L'ispettore Luís Leon, della società di consulenza Ilya, sottolinea le "difficoltà pratiche" nell'applicazione della legge.
"L'emendamento all'articolo 57 della Legge di Bilancio dello Stato ha effetto solo per l'anno fiscale 2024, considerando che ha sotteso modifiche sostanziali, ovvero imponendo la dichiarazione dei redditi soggetti a tariffe di esenzione", ha indicato l'AT in risposta alle domande poste da ECO. Pertanto, "l'obbligo dichiarativo per l'anno fiscale 2024 scatta nel 2025", ha concluso.
L'obbligo di dichiarazione di questo tipo di redditi che, al momento, non devono essere indicati nel fisco, come i beni offshore o le plusvalenze nazionali come i dividendi, gli interessi sui depositi a termine o i certificati di risparmio, purché superino i 500 euro, è stato introdotto dal PS nel Bilancio dello Stato per il 2024, come misura per combattere l'evasione fiscale.
Per Luís Leon, "non c'è alcuna ragione tecnica, dal punto di vista della legge, per non applicare le modifiche dichiarative". "Ci sono però ragioni pratiche, come la difficoltà di trasportare tutti gli interessi, i guadagni e i dividendi dichiarati dalle banche e dalle società nazionali e distribuirli automaticamente a ciascun contribuente, per ogni dichiarazione del Fisco. Il sistema informatico di AT non è preparato per questo", ha avvertito l'ispettore.