In un comunicato, il PJ, attraverso la Direzione Nord, riferisce che i detenuti sono incriminati per la pratica continuata e organizzata dei reati di frode qualificata, frode informatica e riciclaggio di denaro, "commessi via Internet, che hanno causato alle vittime una perdita patrimoniale stimata in centinaia di migliaia di euro".
"Il 'modus operandi' consisteva nel creare falsi profili attraverso i social network da utilizzare poi per pubblicizzare l'affitto di case per le vacanze, situate in varie parti del Paese", spiega il PJ.
Una fonte legata alle indagini ha dichiarato all'agenzia Lusa che tutti gli arresti sono avvenuti nella Grande Porto.
Si legge che "dopo essere state persuase, le vittime effettuavano pagamenti, a titolo di prenotazione, su conti bancari intestati a terzi, creati allo scopo (Money Mule) e, successivamente, utilizzati dagli autori delle truffe per ricevere i vantaggi derivanti da questi atti illeciti".
Attraverso questo schema, gli imputati sono riusciti, secondo il PJ, "a ottenere un arricchimento illegittimo, facendone uno stile di vita".
"Nell'ambito di questa operazione di polizia, che ha visto la partecipazione di 75 investigatori della Direzione Nord e della Direzione Centro della PJ, sono state effettuate 23 perquisizioni domiciliari, durante le quali è stato sequestrato diverso materiale probatorio, e sono stati arrestati altri due uomini per possesso di armi da fuoco e munizioni vietate", si legge ancora nel comunicato.