Secondo i dati di Eurostat, il Portogallo è uno dei Paesi dell'Unione europea (UE) in cui le differenze di occupazione nelle varie regioni sono meno pronunciate. Italia, Belgio e Romania sono gli Stati membri in cui le asimmetrie regionali sono più significative.
Secondo i dati diffusi dall'istituto di statistica, il tasso di occupazione nel blocco comunitario è stato del 75,3% lo scorso anno, corrispondente a un aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al 2022 e al valore più alto della serie.
Ma ci sono differenze rilevanti tra le regioni che compongono i diversi Stati membri. Una delle regioni polacche, ad esempio, ha registrato un tasso di occupazione dell'86,5%, il più alto del blocco comunitario. Mentre una delle regioni italiane ha registrato un tasso di occupazione del 48,4%, il più basso dell'Unione europea.
In Portogallo, mentre la regione del Nord ha registrato un tasso di occupazione del 76,8%, l'Algarve ha superato l'80%.
Tuttavia, il Portogallo è uno dei Paesi dell'Unione Europea in cui le differenze regionali sono meno pronunciate, secondo Eurostat, insieme a Danimarca, Finlandia e Paesi Bassi. Al contrario, l'Italia ha registrato le disparità regionali più significative, seguita da Belgio e Romania, indica l'istituto di statistica.
Eurostat aggiunge che "tutti i Paesi dell'Europa orientale e i Paesi baltici, così come Danimarca, Irlanda, Spagna e Svezia, hanno registrato tassi di occupazione più elevati nella regione della capitale". In Germania, Belgio e Austria si sono registrati alcuni dei tassi di occupazione più bassi in queste regioni.