La decisione di procedere alla terza fase della procedura d'infrazione era dovuta, secondo un comunicato dell'esecutivo comunitario, alla mancanza di informazioni sulla preparazione di "un piano d'azione nazionale per affrontare i rischi a lungo termine derivanti dall'esposizione al radon, come richiesto dalla direttiva [legge comunitaria]".
La direttiva in questione estende l'applicazione delle norme di sicurezza all'intera gamma di fonti di radiazioni e categorie di esposizione: professionale, medica, pubblica e ambientale.
Protezione dei lavoratori
Le norme riguardano la protezione dei lavoratori, in particolare del personale medico, nei luoghi di lavoro con radon al chiuso e nelle attività di trattamento del materiale radioattivo naturale, in particolare il radon nelle case, e dei pazienti sottoposti a radioterapia, per esempio.
La direttiva sulle norme fondamentali di sicurezza avrebbe dovuto essere completamente recepita nella legislazione nazionale entro il 6 febbraio 2018.
Nel novembre 2019, la Commissione europea ha inviato un parere motivato al Portogallo, invitando il paese a notificarle tutte le misure di recepimento della suddetta direttiva.
Da quella data, il Portogallo ha notificato ulteriori misure di recepimento, ma non ha recepito completamente le norme.