"La presenza dell'uomo ha lasciato una traccia inquinante nella zona
zona costiera dell'Algarve, con un impatto negativo, per esempio, in termini di
biodiversità", afferma Pedro Costa, del Dipartimento di Scienze della Terra della Facoltà di Scienze e Tecnologia dell'Università di Coimbra (FCTUC).
Facoltà di Scienze e Tecnologie dell'Università di Coimbra (FCTUC), citato in una
in una dichiarazione inviata all'agenzia Lusa.
Il progetto "OnOff", che coinvolge più di 20
ricercatori, ha permesso di realizzare "una cronografia di eventi estremi
eventi estremi [quali tsunami e tempeste] e degli effetti della contaminazione umana" in questa
zona del Portogallo, negli ultimi 12.000 anni.
Lo studio "mette in evidenza gli impatti dell'inquinamento umano sulla
piattaforma continentale dell'Algarve", afferma l'ufficio stampa della FCTUC, secondo cui "i metalli pesanti e i
che "sono stati rilevati metalli pesanti e contaminanti organici lungo la zona costiera dell'Algarve, tra i
dell'Algarve, tra Sagres e Portimão".
Picco di inquinamento
"I dati ottenuti sembrano indicare che negli anni '60 c'è stato un picco di
un picco di inquinamento, ma, curiosamente, negli ultimi anni, questo inquinamento sembra
sembra rallentare leggermente, con l'eccezione dell'area del fiume Arade",
rivela Pedro Costa, coautore dell'articolo scientifico.
Lo studio riporta la presenza di "vari inquinanti inorganici e
inquinanti organici e inorganici legati all'attività umana, tra cui diversi metalli pesanti
e persino microplastiche".
Cambiamenti climatici
A causa del cambiamento climatico, "si prevede che avremo
eventi ad alta energia, sia nelle precipitazioni che nelle tempeste, che causeranno fenomeni erosivi più intensi".
fenomeni erosivi più intensi".
"In Portogallo, ci sono già diverse aree sottoposte a
pressione, il che significa che il problema si aggraverà inevitabilmente. Abbiamo sempre
inquinamento, ma con il cambiamento delle forze climatiche e dei livelli di energia di questi eventi estremi, i fenomeni che si verificheranno saranno
eventi estremi, fenomeni che sarebbero di bassa intensità potrebbero provocare
gravi conseguenze negative e gravi squilibri nei sistemi costieri", avverte il ricercatore della FCTUC.
il ricercatore della FCTUC.