Sul suo sito ufficiale, la Procura ha dichiarato che gli imputati, nell'ambito della loro attività professionale, hanno approfittato delle vulnerabilità del meccanismo di regolarizzazione degli immigrati clandestini, in particolare del fatto che i cittadini brasiliani erano esenti dalla necessità di avere un visto per entrare nel Paese e che la manifestazione di interesse avrebbe dovuto essere effettuata 180 giorni dopo in Portogallo. Gli avvocati sono poi accusati di aver messo a punto un piano di regolarizzazione di stranieri di diverse nazionalità (indiani, pakistani, marocchini, algerini e filippini) che prevedeva l'inserimento di manifestazioni di interesse sul portale SAPA di questi cittadini dichiarando falsamente che avevano la cittadinanza brasiliana.

"Attraverso queste condotte, gli imputati sono riusciti ad aggirare l'obbligo per i cittadini di specificare il rispettivo visto per l'ingresso nel territorio nazionale o nell'area Schengen, consentendo loro di rimanere irregolarmente in Portogallo, ostacolando la procedura del Servizio Stranieri e Frontiere (estinto) relativa al loro allontanamento coercitivo dal territorio nazionale e il parere negativo automatico del SEF (estinto)".

In questa sequenza, tra l'ottobre 2007 e l'ottobre 2018, gli imputati hanno compilato almeno 44 manifestazioni di interesse dichiarando falsamente che i cittadini avevano la nazionalità brasiliana e che erano entrati e rimasti in Portogallo per almeno 180 giorni, ha dichiarato la Procura.

Gli avvocati hanno compilato queste dichiarazioni per importi a partire da 50 euro, ha sottolineato.

Il deputato ritiene che, con questa pratica, gli indagati avrebbero ottenuto 8.800 euro.